Abusi edilizi ai danni dell’Hotel Tritone, risarcimento per i Gagliano - Le Cronache
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Abusi edilizi ai danni dell’Hotel Tritone, risarcimento per i Gagliano

di Pina Ferro

 

Abusi edilizi, risarcimento dei danni per l’Hotel gestito dalla famiglia Gagliano. E’ quanto ha stabilito ieri la Corte d’Appello del tribunale di Salerno. Nel dettaglio i giudici hanno prescritto le accuse per Michele Iervolino, Alessandra Califano, Salvatore Califano, Amendola Gennaro ed hanno rideterminato la pena per Evangelista Cinque (tra i soci dell’Hotel San Pietro di Positano) e Massimo Adinolfi. Gli imputati dovranno risarcire la famiglia Gagliano, titolare dell’Hotel Tritone e rappresentata dagli avvocati Antonio Zecca e Arianna Santacroce.

La vicenda che ha visto a processo tecnici, dipendenti comunali e imprenditori è quella degli abusi edilizi in un terreno attiguo all’hotel Tritone. In primo grado i giudici avevano ritenuto colpevoli di abuso d’ufficio e falso l’ex responsabile del settore Urbanistica del Comune, Michele Iervolino (1 anno e 8 mesi di pena), il direttore dei lavori Massimo Adinolfi (1 anno) e l’albergatore Evangelista Cinque, amministratore della società “Venticinque srl” e tra i soci dell’hotel San Pietro di Positano. Condannati inoltre, per concorso in abuso d’ufficio, Alessandra Califano (8 mesi) e Salvatore Califano (11 mesi): la prima, progettista dei lavori; il secondo titolare delle prime istanze di condono e poi tecnico rilevatore e gestore in fatto della società acquirente.

La vicenda inizia nel 2005, quando dal Comune vengono rilasciati permessi in sanatoria sull’area adiacente al Tritone. Il Tribunale, che ieri ha dichiarato prescritti gli eventuali reati su quella prima autorizzazione, ha però censurato come illegittime quelle concesse negli anni successivi, in quanto basate su attestazioni false. Non si sarebbe tenuto conto, ad esempio, che le volumetrie erano tutt’altro che ultimate alla data fissata per poter accedere al condono. Si sono inoltre verificate difformità tra lo stato dei luoghi e quello certificato dopo i sopralluoghi. E nel 2006, invece di revocare i permessi a costruire, Iervolino ha archiviato il rapporto nonostante – rileva l’accusa – fossero agli atti «documenti dai quali risultava per tabulas che il permesso di costruire in sanatoria era stato rilasciato sulla base di una rappresentazione dello stato di fatto preesistente non rispondente alla realtà». Vi fu quindi il via libera a realizzare volumi (da destinare a residenza o ricettività alberghiera) per quasi 200 metri quadri e un valore calcolato in 1 milione e mezzo di euro. La famiglia Gagliano, titolare del Tritone, si costituì parte civile rivolgendosi agli avvocati Arianna Santacroce e Antonio Zecca.