A Matierno il "muro del pianto" per nascondere la discarica - Le Cronache
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A Matierno il “muro del pianto” per nascondere la discarica

A Matierno occhio non vede cuore non duole. Con un muro si “cancella” una discarica, forse è questo che avranno pensato a Palazzo di città, quando hanno deciso di costruire una barriera per impedire, si fa per dire, l’accesso alla discarica a cielo aperto di Matierno. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire come si è arrivati alla costruzione di questo “muro del pianto”. Nel post terremoto del 1980, per far fronte all’emergenza abitativa, furono costruiti dei pre fabricati leggeri, destinati alle famiglie come dimora provvisoria. Dal post sisma ad oggi sono passati 33 anni, è vero che quegli alloggi temporanei sono stati sostituiti da altri, ma è altrettanto vero che però il comune non ha mai provveduto alla loro demolizione. In quello spiazzo, ormai disabitato, nel corso degli anni diversi ben pensanti hanno portato diversi materiali in esubero, calcinacci, vecchie televisioni, materassi, mobili, insomma si è venuta a creare una vera e propria discarica a cielo aperto. Il Comune, cieco là dove non si parla di Piazza della Libertà o dei parcheggi di Piazza Cavour, ha fatto sì che la zona, col tempo andasse incontro ad un degrado sempre maggiore. Dopo numerose lamentele ed esposti dei singoli cittadini e dell’associazione di quartiere, il comune si è deciso a porre in essere delle misure per impedire l’accesso alla “nuova discarica comunale”. Eccoci giunti alla motivazione della costruzione del muro. Una serie barriere per impedire l’accesso all’area, senza però porre in essere nessun tipo di bonifica. La recinzione non servirà a molto, infatti, basta girare intorno alla zona per trovare una parte del muro più bassa, dov’è possibile scavalcare ed entrare in discarica. La ditta edile che ha costruito le barrire non ha posto in essere nessun’opera di ripulitura dell’area, ci si ritrova a camminare tra tombini scoperchiati, escrementi canini, rifiuti edili e mobilia varia. Il dato più preoccupante è la stabilità dei tralicci dell’alta tensione, che letteralmente ondeggiano al vento. Enrico Cipriani, membro dell’associazione Nuova Matierno, commenta così la soluzione trovata dal Comune: “Hanno messo su un muro del pianto, anzicchè trovare soluzioni reali, si cerca di tamponare il momento, ma nel frattempo il problema resta. I rifiuti continuano ad aumentare, senza che ci sia un’opera di vigilanza da parte del comune. Le pattuglie della polizia municipale sono sempre più rare, eppure noi siamo ancora sotto la giurisdizione del comune di Salerno, se non sono loro a contrallare a chi spetta questo compito?”.

 

6 maggio 2013