A Cava è tutto come trentadue anni fa - Le Cronache
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A Cava è tutto come trentadue anni fa

“Si provveda seriamente, si veda di dare a tutte le famiglie una casa. Su questo punto io voglio soffermarmi sia pure brevemente: non deve ripetersi quello che è avvenuto nel Belice. Ricordo di essere andato in visita in Sicilia e a Palermo venne il parroco con i suoi concittadini a lamentare che a distanza di tredici anni nel Belice non sono state ancora costruite le case promesse, i terremotati vivono ancora in baracche. Quindi non si ripeta per carità quanto avvenuto nel Belice perché sarebbe un affronto”. Furono queste all’indomani del terremoto del 1980 le parole del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. A trentadue anni di distanza da quel discorso commosso, ieri durante il consiglio comunale di Cava de’Tirreni si è tornata a far sentire la voce degli abitanti dei prefabbricati che ancora attendono una casa. Oggetto della contesa 18 alloggi di edilizia popolare costruiti nella zona di Pregiato 1, completati ma non ancora consegnati perché mancanti di collaudo. La querelle è nata su delle dichiarazioni dell’assessore Alfonso Carleo che imputava ad un’inerzia dei collaudatori e a delle “beghe burocratiche” il rallentamento delle consegne. A difesa dell’operato dei professionisti incaricati del collaudo degli alloggi si è schierato invece il consigliere Gravagnuolo che ha imputato la responsabilità dei ritardi ad un errore commesso al contrario dalla ditta. “Ad inizio della settimana, l’ingegnere Maiorino ha evidenziato che non erano state consegnate tutte le carte necessarie.” Ha confermato in una relazione l’ingegnere Attanasio, che poi ha aggiunto come la ditta incaricata dei lavori sia risultata in una posizione non regolare in merito agli adempimenti tributari. “Solleciterò la ditta per un incontro al fine di capire che cosa sta succedendo” ha concluso il sindaco Galdi riprendendo le redini della situazione. Ciò che resta in mano agli abitanti dei prefabbricati è però, di nuovo, un pugno di nulla: nonostante abbiano rumorosamente protestato durante la seduta consiliare, non hanno infatti ricevuto altra assicurazione se non quella che occorre aspettare ancora. Così come occorre attendere anche per il bando integrativo che darà la possibilità di inserimento nelle graduatorie anche a coloro che sono stati esclusi per vizi formali della domanda. Questi ultimi attendono, infatti, da circa un anno l’indizione di un bando che pare non arrivare più. Per quanto riguarda, invece, l’ipotesi di trasferire a Casa Serena gli anziani che vivono nei prefabbricati per sgomberare la zona e far partire nuovi lavori, il sindaco Galdi ha voluto rassicurare i cittadini, dichiarando che si tratterebbe solo dell’ultima ipotesi da prendere in considerazione. Nonostante le parole del primo cittadino metelliano, però, non pare che il popolo dei prefabbricati si sia tranquillizzato: “Sarebbe per loro quasi una condanna a morte”, ha commentato la vicenda il consigliere Gravagnuolo.