Scafati. "Forse dovevo essere più cinico", intervista a Giancarlo Fele - Le Cronache
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Scafati. “Forse dovevo essere più cinico”, intervista a Giancarlo Fele

Scafati. “Forse dovevo essere più cinico”, intervista a Giancarlo Fele

Di Adriano Falanga

Tra lui e Pasquale Aliberti sembra essere caduto il gelo, a seguito delle diversi posizioni assunte sulla procedura per la decadenza. Almeno è quanto raccontano i beni informati. Giancarlo Fele, vicesindaco e assessore all’Urbanistica, accetta di rispondere alle nostre domande e lo fa con il solito aplomb che lo contraddistingue. Difficile strappargli una parola fuori posto.

Aliberti vuole discutere della sua sfiducia in consiglio comunale. “Dopo questo periodo turbolento, dopo gli infiniti chiacchiericci, le strumentalizzazioni e i tentativi di destabilizzazione, è giusto ripartire verificando cosa è cambiato o, come mi auspico, che nulla sia cambiato nel comune scopo di realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati nel 2013”.

Ritrovare una nuova maggioranza su una nuova riprogrammazione. Aliberti apre anche a Michele Raviotta e Filippo Quartucci, una decisione che alimenta malumori in maggioranza. “Sono stato sempre fortemente infastidito da due cose in particolare: chi in Consiglio Comunale vota contro sempre e a prescindere e chi invece vota secondo esclusivo interesse o tornaconto personale. Ritengo invece costruttive le posizioni di chi vota a seconda del deliberato di volta in volta credendo in quello che fa e sposando cause comuni per il bene della città. Riguardo l’eventuale ingresso dei consiglieri Raviotta e Quartucci, io ritengo che la maggioranza abbia sempre avuto grande maturità nelle scelte e che il sindaco sia eccellente nel mantenere gli equilibri, quindi sapranno sicuramente cosa è giusto fare per avere solidità fino alla fine del mandato.

E un assessorato in quota Cotucit? Certamente di competenza esclusiva dei gruppi consiliari ma soprattutto del sindaco che è colui che nomina o revoca la stessa.

Il sindaco potrebbe rimodulare le sue deleghe, magari dando ad altri il vice sindacato. “Mi dispiacerebbe certo, perché dire bugie. Ma siccome la regola è la stessa del punto precedente, se tale scelta dovesse essere propedeutica a ristabilire equilibri la accetterei con serenità, la stabilità di governo ed il bene della città vengono sempre anteposti alle velleità personali ed io ritengo di averlo dimostrato sempre.

Disposto ad andare via per fare spazio ad altri? Sarei disposto ad andare via qualora non avessi svolto bene il mio lavoro, qualora non mi fossi interfacciato con i consiglieri comunali, qualora la mia maggioranza ed il mio sindaco lo ritenessero opportuno e giusto – spiega Fele, che però “avverte” – Dovessi andar via per “fare spazio” no, non per egoismo, ma solo perché lo spazio l’ho già fatto nel giugno 2013 dimettendomi, dando col cuore la possibilità a chi aveva fortemente contribuito alla nostra vittoria, pur non risultando eletto, di poter da subito fare parte della nostra squadra e di dare il proprio prezioso contributo”.

Puc e Polo Scolastico, come assessore all’Urbanistica crede di avere responsabilità, anche solo oggettive, su queste due tematiche? Sul PUC davvero ritengo di aver speso energie come pochi, ci ho lavorato per anni. Non mi ritengo responsabile di nulla. Dobbiamo fare un adeguamento ad un Piano sovraordinato, una cosa di un tecnicismo assoluto, immagini quanta colpa possa avere io e la politica in generale in tutto ciò. Sul Polo ancora meno, prima perché non è un lavoro del mio assessorato, ma sgombrando subito il campo da equivoci, sollevo da responsabilità tutti quelli che lo hanno seguito, dai dirigenti al sindaco, in quanto, chiacchiericci inutili a parte, il comune ha fatto ogni singola mossa nel pieno rispetto delle leggi, a partire dalla gara, la cui Commissione era formata da membri del Provveditorato alle Opere Pubbliche, la tanto amata dalla nostra opposizione “Stazione Appaltante”. Se la ditta poi ha avanzato richieste che l’amministrazione ha ritenuto inaccettabili per salvaguardare la correttezza delle procedure e le casse comunali non era né prevedibile né certamente imputabile a noi. Sarei stato proprio curioso di vedere se avessimo accettato tali proposte di variante cosa avrebbe detto la nostra opposizione che oggi grida allo scandalo perché non abbiamo ceduto, anche se un’idea ce l’ho già. Comunque in primavera quasi sicuramente saremo pronti per ripartire con questa opera, è certezza che i fondi non li abbiamo persi.

Pensa di aver lavorato sempre bene oppure riconosce degli errori commessi? Chi non lavora non fa errori, io mi prendo il merito di aver lavorato tantissimo, quindi probabilmente avrò commesso molti errori. Sicuramente ci metto il cuore, la passione e tanto impegno, poi saranno altri a giudicare il mio lavoro.

Tornando indietro, rifarebbe tutto alla stessa maniera? A fine del primo mandato, pensai, qualora fossi stato rieletto, che dovevo essere più cinico, meno sentimentale, prendendo esempio da chi invece faceva il “politico di mestiere”. Purtroppo o per fortuna non ci sono riuscito – conclude Giancarlo Fele, da molti indicato come il vero successore di Aliberti – Forse non mi sarei dimesso, ecco, mi sarebbe piaciuto fare un po’ il consigliere comunale, anche se prevale la soddisfazione per il ruolo che ricopro e per cui ringrazio il sindaco e per aver dato la possibilità a chi non era entrato di far parte della nostra squadra”.