3 interventi e 16 trasfusioni per diventare mamma - Le Cronache
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3 interventi e 16 trasfusioni per diventare mamma

di Red.Cro.

«Sono viva grazie alla Équipe del Prof.Petta e del Dr.Polichetti dopo tre interventi
chirurgici e 16 trasfusioni di sangue nello stesso giorno!»
Comincia così la lettera di una donna salvata dall’equipe del reparto gravidanza a rischio del Ruggi diretto dal Prof. Petta
«Quando appresi di essere nuovamente incinta, provai una gioia grandissima: potevo dare una sorellina a Fulvio e a Martina, ed un altro figlio al mio adorato marito Tommaso – racconta la donna nella sua lettera. La gravidanza procedeva serenamente, gli esami andavano bene come anche le ecografie, compresa quella morfologica. Al settimo mese inoltrato la doccia fredda: da un consulto con un altro ginecologo mi fu diagnosticata una placenta previa centrale. Mi fu consigliato di rivolgermi al Reparto di “Gravidanza a rischio” diretta dal Prof. Petta a Salerno. Al primo incontro il Prof. Petta mi fece osservare che era un pò tardi per inquadrare perfettamente tale patologia. Comunque, nonostante ciò, mi fece fare una Risonanza Magnetica per vedere se la placenta infiltrava l’utero, sottolineando però che la Risonanza non dava la certezza diagnostica. Mi fu spiegato chiaramente che, avendo avuto due tagli cesarei e poichè la placenta era bassa, vi era un 50% di probabilità che la placenta fosse accreta, cioe’ abnormemente aderente all’utero con il rischio di gravissime emorragie che potevano portare alla necessità di dover asportare l’utero e nel 7-10% dei casi addirittura a morte. Fui invitata ad inviare almeno tre donatori di sangue perché poteva essere necessaria una trasfusione. La Risonanza fu tranquillizzante ma mi fu ribadito che comunque non dava la certezza. Poi venne il fatidico giorno dell’intervento,il 22 ottobre: immagnate con quale stato d’animo entrai in sala operatoria!! Alle ore 9:15 nacque Alessia, una splendida bimba del peso di circa 2 chili. Non la potetti vedere subito perchè ero addormentata e mi sono svegliata solo il giorno dopo ma mi è stato raccontato tutto dai miei familiari e amici che hanno vissuto quei terribili momenti in cui hanno rischiato di perdermi. Il primo intervento andò bene ma nella sala risveglio si verificò una improvvisa imponente emorragia per cui fui subito riportata in sala operatoria per un secondo intervento,ultimato il quale fui trasferita in Rianimazione. Però dopo qualche ora si verificò una nuova emorragia e non era chiara la fonte. Furono allertati il Prof.Petta ed il Dr.Polichetti che da casa prontamente accorsero al mio capezzale. Mi furono fatti diversi accertamenti per capire da dove continuavo a perdere sangue. Ormai ero quasi in fin di vita e continuavo a perdere sangue,per cui il Prof. Petta con il Dr.Polichetti presero la difficile decisione di giocare il tutto per tutto e di portarmi di nuovo in sala operatoria per cercare di salvarmi la vita. Ormai non avevo più sangue mio, mi fecero 16 trasfusioni. L’intervento, il terzo, ando’ bene. Trasferita di nuovo in Rianimazione, il giorno dopo sono uscita dall’incubo e se posso abbracciare i miei figli e mio marito e se vi posso raccontare la mia storia lo devo in primis al Prof. Petta, al Dr. Polichetti, all’Anestesista Dr.ssa Fidelia Ferrara che non mi ha lasciato un minuto e mi ha seguito e protetto come una mamma, e a tutto il fantastico Personale Medico e Paramedico del Reparto di Gravidanza a Rischio,di Ostetricia e Ginecologia e della Rianimazione del “Ruggi”.
Grazie, grazie ancora per sempre!»