25 aprile di pacificazione per Salerno - Le Cronache
Cronaca Attualità

25 aprile di pacificazione per Salerno

Il 25 aprile della pacificazione. L’esperienza dello scorso anno, passata alla storia come la celebrazione della giornata della Liberazione più burroscosa che la città di Salerno ricordi, a causa di scontri tra i partecipanti alla manifestazione e forze dell’ordine, con animi accesi a causa dei manifesti revisionisti con cui la Provincia di Salerno aveva tappezzato i muri.
Pacificazione la parola d’ordine della celebrazione del 25 aprile in piazza Vittorio Veneto: istituzioni, associazioni, sindacati, tanti cittadini, tra cui moltissimi giovani, hanno commemorato e celebrato il sacrificio di tutti coloro che hanno permesso all’Italia di giungere alla liberazione dalla stretta della morsa del nazifascismo.
Un 25 aprile che è un «simbolo per generazioni presenti e future ed un monito per rendere più salda la democrazia nel suo cammino di crescita» per il prefetto di Salerno, Gerarda Maria Pantalone che ha ricordato, sulla scorta di quanto fatto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che questa data rappresenta «non solo la liberazione ma la riunificazione dell’Italia» con l’auspicio che possa fungere da preludio ad «una rinnovata sinergia e reale convergenza di intenti che non possono non essere fondati sui più alti valori» al fine di poter superare questo difficile momento.
Di «senso di pacificazione» ha parlato il questore di Salerno, Antonio De Iesu, ricordando come «rispetto all’anno scorso vi è una mancanza di animosità che lascia ben sperare per il futuro». E di pacificazione ha parlato anche l’assessore Adriano Bellacosa che ha rappresentato la Provincia di Salerno, sottolineando come questa celebrazione sia «testimonianza di un rinnovato progetto di pacificazione nazionale e di costante protezione della libertà e della democrazia».
Ha invitato, invece, ad una commemorazione silenziosa il consigliere comunale Rosa Scannapieco cui è toccato il compito di rappresentare il Comune di Salerno: «La memoria andrebbe celebrata con il silenzio; un silenzio condiviso, partecipe, personale, commosso, ma non privo di orgoglio e rispetto per chi seppe privarsi degli egoismi perché il bene collettivo, la pace e la libertà di tutti fossero preservati e offerti alle future generazioni».
Sul palco è intervenuto anche il segretario generale della Cisl, Matteo Buono, in rappresentanza di tutte le organizzazioni sindacali salernitane: «A distanza di 70 anni dai giorni in cui l’Italia fu liberata dalla dittatura e dalla occupazione nazista, il messaggio di speranza e di rinascita che arriva è quanto mai attuale e concreto. Ci pare, infatti, anacronistico e superfluo evidenziare da che parte stava il giusto anziché indicare chi era dalla parte sbagliata. Il sangue versato da partigiani, soldati italiani ed alleati è stato utile a creare il seme dal quale è germogliata la nostra democraziaLa nostra gente, a cominciare dai lavoratori, esige risposte in tempi rapidi e con il massimo della partecipazione: risposte che devono prima di ogni altra cosa riguardare la vita quotidiana.Le organizzazioni sindacali sono pronte a fare la loro parte in quella che deve essere una nuova fase della storia italiana e della nostra terra, un momento che deve ripartire dai valori della Liberazione, dal patrimonio di democrazia e di libertà che ha consentito lo sviluppo del nostro paese».
Così come è intervenuto il presidente della sezione salernitana dell’Anpi, Luigi Giannattasio: «Abbiamo il dovere di lottare per la Costituzione con le armi della democrazia. Se parliamo con i vecchi partigiani, coloro che hanno combattuto sulle montagne, ci diranno che loro sono stati costretti a prendere le armi per donare a noi la democrazia».
Ma, sicuramente, l’evento di quest’anno è stato rappresentato dalla folta presenza di giovani e studenti  tanto che sul palco è intervenuto anche il presidente della Consulta provinciale degli studenti, Simone Buonomo.
Tante erano le scuole rappresentate in piazza Vittorio Veneto: testimonianza di una vicinanza sempre maggiore e di un costante e incalzante coinvolgimento dei più giovani nella trasmissione e nella valorizzazione dei principi fondamentali della Repubblica italiana.