109 scatti d'autore, in bianco e nero o a colori dedicati alle linee ferroviarie dismesse - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

109 scatti d’autore, in bianco e nero o a colori dedicati alle linee ferroviarie dismesse

109 scatti d’autore, in bianco e nero o a colori dedicati alle linee ferroviarie dismesse

Foto di stazioni ferroviarie abbandonate, dismesse. Piccole  sale d’aspetto arredate ancora con le antiche panche di legno,  rovinate dal tempo, dove tanti viaggiatori hanno atteso il treno che li portava al lavoro o verso il sogno della loro vita. Foto di binari arrugginiti o coperti dall’erba. Foto  di  scambi  ormai bloccati che per tanto tempo,  ingrassati  a mano dai ferrovieri, permettevano  il passaggio veloce  di un treno da un binario all’altro. 109 scatti d’autore, in bianco e nero o a colori: suggestivi, emozionanti   dedicati alle  linee ferroviarie dismesse della provincia di Salerno e della Basilicata, sono esposti, fino al 22 novembre, al “Tempio di Pomona”, in Via Duomo, nella  mostra “Scambi”.  “Abbiamo pensato di intitolare questa mostra “Scambi”, sia perchè in molte di queste foto sono rappresentati degli scambi dei binari, ma anche perchè la mostra è nata come uno scambio culturale tra due associazioni di fotografi: “Colori Mediterranei”, presieduta da Claudio Carbone, e “Club Fotografico Cavese” , presieduta da Agostino Zito; come confronto tra fotografi e  come scambio tra le varie culture dei paesi attraversati da queste linee ferroviarie”, ha spiegato la fotografa  Corinna Fumo, responsabile dei progetti  culturali dell’associazione salernitana  “Colori Mediterranei” e  portavoce dei fotografi che espongono le loro opere. “La mostra è stata realizzata in occasione dei 175 anni della nascita della ferrovia Napoli – Portici,  inaugurata il 3 ottobre del 1839  con il primo treno che partì sul territorio italiano. Da quel momento lo sviluppo della rete ferroviaria italiana è stato un  volano per la  crescita economica e sociale del Paese”, ha raccontato Corinna Fumo che ha elencato le sette  linee ferroviarie oggetto della mostra:”La linea Salerno – Reggio Calabria; la Atena  Lucana – Marsico Nuovo; la Sicignano degli Alburni – Lagonegro; la linea Battipaglia Metaponto; la Lagonegro – Spezzano Albanese; la Marinella – Montalbano Jonico e la linea Potenza – Laurenzana. Le foto, divise per sezioni, raggruppano una serie di stazioni in parte dismesse, abbandonate  o impresenziate”. Tra i vari patrocini quello della Soprintendenza Archivistica della Campania:” Questa mostra  è un recupero della memoria storica che punta lo sguardo sull’archeologia industriale ferroviaria e  rientra nel programma “C’era una volta il treno” che è una manifestazione nata due anni fa in memoria  della linea Sicignano – Lagonegro, simbolo delle ferrovie dismesse, che tanti comitati  ed associazioni di categoria stanno cercando di far rinascere”. La mostra, dopo l’esposizione di Salerno, sarà itinerante e sarà allestita a Cava e nelle varie località delle linee ferroviarie fotografate. Questi i nomi dei fotografi che espongono le loro foto: per Colori Mediterranei: Alessandro della Rocca, Americo Genovese, Claudio Carbone, Corinna Fumo, Dario Tisi, Domenico Solimeno, Edoardo Colace, Enzo Figliolia, Gerardo Morese, Giuseppe Maiorano, Luca Budetta, Lucia Angrisani, Marco Palumbo, Raffaele De Nicola e Valentina Pepe; per il Club Fotografico Cavese: Agostino Zito con  Angelo D’Antonio, Angelo Pisacane, Angelo Tortorella, Francesco Fusco, Maria Pirro, Paolo Calvanico e  Ugo Diletto. Tutti hanno colto, nelle loro foto, la realtà di quei posti abbandonati  che nel loro cuore vorrebbero vedere rinascere:”Queste stazioni potrebbero essere valorizzate, utilizzate per vari usi, diventare delle risorse per quei territori. In quei posti si potrebbe sviluppare un nuovo tipo di  turismo culturale, di mobilità sostenibile”. E’ quello che si augurano Corinna Fumo e tutti i fotografi protagonisti della mostra e, naturalmente, anche noi.

                                                                                                                                   Aniello Palumbo